PROGETTO

Nuovo Museo del Salame di Felino

  PERIODO:                2012

  COMMITTENTE:       Privato, Università di Parma, A.C. Felino

  LUOGO:                    Castello di Felino, Pr

  AUTORI:                   Arch. Federica Baiocchi,   Dott. Margherita Talignani

L’oggetto di studio viene individuato nei resti dell’antico rudere posto sulla cinta  muraria nord del castello , adiacente all’attuale ingresso. La richiesta avanzataci è stata quella di analizzarne i resti attraverso un rilievo e una accurata ricerca storico-iconografica e successivamente  valutare la possibilità di un eventuale recupero e riuso che potesse ospitare come nuova destinazione la nuova sede del Museo del Salame di Felino, oggi posto all’interno delle cantine del castello.  

Il progetto è stato strutturato in 4 fasi, le prime due fasi di analisi dello stato di fatto hanno riguardato il rilievo geometrico-fotografico e la ricerca storico-iconografica.

La terza e quarta fase ha riguardato il progetto di restauro delle parti esistenti ed in fine il progetto di riuso e rifunzionalizzazione dell’edificio. 

L’analisi storica ha permesso di fare ermergere importanti dati storici inediti. Grazie ad un documento che rappresenta il rilievo del castello  per mano di Antonio da SanGallo il Giovane, si è constatata l’esistenza di una Chiesa all’interno delle mura con precisa posizione sul bastione in angolo nord-ovest , inoltre si è potuto avanzare l’ipotesi che nel 1500 si stesse progettando un nuovo ingresso fortificato nella stessa posizione dove oggi sorgono i resti dell’edificio oggetto di studio.

Si sono delineati quindi tre luoghi indipendenti, i cui volumi sono stati trattati con caratteristiche architettoniche differenti a seconda delle esigenze cha sarebbero andati ad assumere. Il primo spazio museale prende forma al’interno del paramento murario dei resti dell’antico rudere attraverso un involucro, un volume nel volume, una sorta di “scatola cinese” in cui l’antico paramento murario perde la sua originaria funzione per divenire cornice del nuovo. La struttura qui è pensata per rispettare l’esistente attraverso una soluzione autoportante e reversibile caratterizzata da una maglia di pilastri in acciaio rivestiti in legno e da nuovi solai in cui sono stati inseriti gli impianti. All’interno trovano spazio due sale espositive poste su due livelli differenti, la prima posta al piano seminterrato dove vi sono un piccolo guardaroba e un angolo bookshop, la seconda collocata al primo piano. I due livelli sono collegati da una scala in acciaio e legno autoportante progettata per garantire la fruizione di pubblico diversamente abile attraverso l’inserimento di un servo scala. 

Il secondo volume, completamento nuovo, si inserisce in un involucro pensato in vetro fotocromico con ombreggiamento garantito da brise soleil in legno di larice e struttura in acciaio verniciato bianco con copertura piana a giardino. In questo spazio open-space sono collocati i servizi del museo, un’area degustazione con annessa una piccola dispensa e locale tecnico.

L’analisi architettonica dei resti e le nozioni storiche emerse, hanno portato ad avanzare l’ipotesi che si trattasse di un “rivellino”, struttura architettonica fortificata, posta solitamente all’ingresso dei castelli.

L’area progettuale interessata è circoscritta dal perimetro murario dei resti del rudere e da un locale ad esso annesso inserito nei bastioni dal castello con copertura voltata a botte. E’ stato necessario quindi creare un nuovo spazio con caratteristiche autonome e funzionali che fungesse da collegamento.

Il terzo spazio museale è quello delle “grotte” che si mostra allo spettatore nel suo splendore originario ripensato in una sala espositiva con pannelli interattivi per la visione di filmati e video.

Il progetto finale aveva come obiettivo finale quello di garantire la massima inalterabilità del bene storico e di proporre una soluzione architettonica funzionale, che fosse poco invasiva e nel rispetto della morfologia del luogo che quindi tenesse conto dei dettami della bioclimatica, della reversibilità e che si inserisse nel contesto storico del castello in modo armonico.


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